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La medicina legale su cadavere, nello specifico la lesività da arma da fuoco, dunque la "Balistica Forense", è una delle branche della scienza forense, la cui storia ha origini lontane, rimandando al 1835, allorquando Alexandre Lacassagne (antropologo francese), per la prima volta estrasse il proiettile dal corpo di una vittima uccisa in Inghilterra, utilizzandolo come prova di un delitto e sempre un medico legale (il Prof. Balthazar) agli inizi del 1900 teorizzò l'identificazione dell'arma mediante lo studio dei reperti balistici. Con tale opera gli autori hanno ritenuto opportuno raccogliere le esperienze ed i risultati in ambito di lesività da agente balistico, maturati in oltre un quarantennio di studi presso il Centro Universitario di Balistica Forense annesso alla Sezione di Medicina Legale dell'Università degli Studi di Bari. La ricostruzione scientifica di reati consumati con armi da fuoco, è una delle problematiche più ricorrenti nelle indagini forensi. Nei casi in cui sia stato fatto uso di un'arma da fuoco, con conseguenti lesioni o morte, una corretta diagnosi medico-legale può talora rivelarsi incompleta o insufficiente in assenza di una valutazione integrata con i risultati di indagini comunemente ritenute di natura più squisitamente criminalistica.